24 luglio 2009

Per chi tira tardi al Torneo dei Sestieri...



si accettano commenti.....

13 luglio 2009

6° GIORNATA



LIDO – S.CROCE/S.POLO 51 – 64

LIDO: Zanchi 6, Forte 2, Lazzari 7, Giulietti, Cardani R. 5, Crosera 10, De Gasperi 7, Ragazzi, Rosada 6, Seno 2, Costantini 6.
All: A. Zanchi

S.CORCE/S.POLO: Borsato, Pistolato 7, Barbato 13, Milan, Buroni, Pilla, Muner 4, Stevanato 7, Sartor 5, Stefani 28.
All: C. Andreutto

Arbitri: S. Cazzaro, F. Scarpa

In un Pattinodromo mai così gremito, in cui si contavano più di 700 spettatori, (approfittiamo per ringraziare ancora una volta un pubblico che quest’anno ci ha dimostrato un affetto inatteso), si è scritta l’ultima pagina della Storia. Dopo 4 Edizioni in cui il duopolio Lido/Cannaregio si era impadronito del titolo, finalmente, la routine si è spezzata con la prima, meritatissima, vittoria di S.Croce/S.Polo. I grigi hanno dominato fin dalla 1° partita l’intera manifestazione, convincendo in tutti i settori del campo. La presenza di Sartor ha senza dubbio dato la tranquillità agli altri di poter giocare con le spalle coperte, ma, va detto, sono state soprattutto le prestazioni degli “altri” a decidere Torneo e finale. Barbato, Stevanato (eletto MVP della finale), Pistolato, Muner e un sontuoso Stefani hanno letteralmente annichilito un Lido che è sembrato impotente fin dalle prime battute. Complimenti a DonKing, selezionatore severo quanto onesto, e a coach Andreutto, chef di una ricetta semplice quanto impareggiabile.
Coach Zanchi ha cercato disperatamente di ruotare tutti gli elementi a sua disposizione, senza mai trovare il bandolo della matassa, il quintetto che riuscisse ad arginare l’attacco in grigio e che, soprattutto, trovasse la combinazione per scardinarne la difesa. I padroni di casa, favoriti della vigilia, hanno incassato la sconfitta con dignitosa eleganza, minacciando di tornare ancora più forti nel 2010.
A margine della partita si è disputata la finale del Tiro da 3 punti, e anche in questa occasione il Torneo dei Sestieri ha dimostrato che il futuro è l’arma migliore a sua disposizione. A vincere il trofeo infatti è stato il giovane Matteo Farnea, classe 1997, che ha sconfitto avversari pericolosi e con molta più esperienza di lui. Il futuro è di questi ragazzi, che con la loro massiccia presenza su tribune e campi da gioco, ci hanno convinto che questa manifestazione è ormai diventata un appuntamento importante per molti amanti del basket e non, e soprattutto che nel futuro crescerà con nuovi nomi e nuovi protagonisti.
Grazie a tutti e arrivederci al 2010!!!

11 luglio 2009

5° GIORNATA


SAN MARCO/MURANO – S.CROCE/S.POLO 53 – 58

SAN MARCO/MURANO: Seno 6, Ferro O., Ferro I. 2, Stevanato 2, Fabrizi, Roncali 10, Reagalini 6, Pinzan 5, Saoner, Quarisa 11, Zardetto 11.
All: F. Dorigo

S.CROCE/S.POLO: Borsato, Pisolato, Barbato 9, Milan 5, Buroni, Pilla 6, Muner 4, Stevanato 8, Sartor 6, Stefani 20.
All: C. Andreutto

Arbitri: F. Pani, Paguri

Alla fine della storia poi, questi 12 rintocchi sono suonati e la favola del Sestiere di Vetro è andata in frantumi, come un bicchiere che alla fine del suo volo ha il triste impatto con un crudele pavimento. Eppure c’è mancato poco, solo un soffio. La finale è stata a portata di mano per quasi tutta la durata del match, poi, mentre si erano già avvistati alcuni operai intenti a compiere le prime misurazioni e lavorazioni in Piazza San Marco, dove il Presidente aveva promesso di portarci tutti per l’edizione 2010, la forza disumanamente cinica di questa S.Croce/S.Polo ha richiamato tutti all’ordine: sogno finito, e pronostico confermato.
Coach Dorigo, dopo l’impresa contro Cannaregio, ha l’ingrato compito di dover mantenere alta la tensione nervosa dei suoi, per evitare quel naturale rilassamento che colpisce dopo una vittoria così sorprendente. L’inizio fa temere il peggio, ma i Neri, tenuti vivi nei primi minuti da un brillantissimo Zardetto, reggono fino al termine. Quando però arriva il tempo di dover ragionare, lasciare l’istinto da parte e gestire i possessi con la giusta pazienza, gli errori di lettura si ripetono, condannando alla sconfitta dolorosa.
La vera forza di una squadra è direttamente proporzionale alla sua capacità di sopperire a giornate opache delle sue stelle. Dire che Sartor ieri sera ha giocato male è falso (si veda come è stato arginato il giovane ed eccelente Quarisa). Certamente però si può affermare che la prestazione è stata meno impressionante di altre. Coach Andreutto però, quest’anno, è riuscito a infondere ai suoi giocatori una convinzione nei propri mezzi talmente alta da permettergli di poter pensare di vincere anche senza il loro Totem. Un grandissimo Stefani e i soliti gregari, che ormai sembra ingiusto continuare a chiamare così, hanno spinto i grigi alla loro 1° finale.


LIDO – CASTELLO 65 – 62

LIDO: Giulietti 5, Rosada 3, De Gasperi 8, Cardani A. 2, Seno, Ragazzi, Forte 2, Costantini 8, Crosera 8, Cardani R. 9, Zanchi 18, Lazzari 2.
All: A. Zanchi

CASTELLO: Marascalchi 9, Rauch 4, Marotta 3, Caruso, Vianello 3, Pacchiani 8, Rosso, Silvestri 6, Franceschet 20, Rosa 4, Gavagnin 2.
All: M. Marella

ARBITRI: C. Tormen, A. Mezzalira

Era il Febbraio 1976 quando per l’etichetta Numero Uno, usciva Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera, 8° album del cantautore reatino. Il singolo che lanciò quello che si dimostrò essere l’album italiano più venduto del suo anno, fu la splendida Ancora Tu. Le parole del grande Mogol, ne siamo convinti, saranno passate nelle teste di molti giocatori e tifosi castellani, ripensando a quel 22 Luglio del 2006, quando una finale dei Sestieri già vinta fu strappata loro da una pioggia di triple consecutive del fratello del coach. L’intensità delle precipitazioni nel 2009 sono leggermente diminuite, ma il fratello, diventato nel frattempo coach lui stesso, qualche chiodo nella bara arsenalotta ha voluto impiantarlo anche ieri.
La ruggine accumulata nei due giorni di riposo, si è fatta vedere e come nei primi minuti di partita. I ragazzi di Sao, mai più spocchioso e sicuro di sé come ieri sera, faticavano a trovare il ritmo contro una formazione che invece sembrava poter viaggiare d’inerzia dopo le fatiche dei giorni precedenti. Crosera stranamente impreciso, Costantini ben arginato, Lazzari falloso… I problemi sembravano essere più di uno e la finale annunciata stava rischiando di svanire. Poi, all’improvviso, dimenticato a “soli” 7 metri dal canestro, il killer colpiva la sua vittima preferita.
Il trend poisitvo dei ragazzi di coach Marella, partiti lunedì scorso cme peggio non si poteva, sembrava non doversi concludere mai. Ogni giorno più intensi, ogni giorno più rodati, i rossi, presentatisi sfavoritissimi contro i padroni di casa, ad un certo punto erano quasi padroni, se non del match, della sua inerzia. Trascinati da un Franceschet finalmente ottimo anche versione Open, sono arrivati ad un passo. Poi…ancora tu, ma non dovevamo vederci più?

UNA PASSIONE INATTESA


Dopo 4 edizioni del Torneo, dopo 24 giornate di basket passate giocando, tifando, soffrendo per il proprio sestiere, dopo oltre 100 ore passate sul campo delle 4 Fontane o sulle gradinate del Pattinodromo, sorseggiando una birretta per placare la sete e cospargendosi di impotenti unguenti per proteggersi dai futuri dominatori del Pianeta, c’era chi cominciava a sospettare che gli organizzatori avessero stipulato un patto con il Diavolo per affidare a Buona Sorte il Torneo.
E i primi 3 giorni dell’edizione 2009 non avevano fatto altro che rafforzare questa tesi, soprattutto quando la quasi totalità dei siti specializzati in azzecchaggio meteorologico si erano dimostrati fallaci, quasi fossero impotenti anche loro di fronte a chi, evidentemente, aveva rapporti diretti e speciali con il piano di sopra.
La convinzione che nulla potesse accadere di male ai Sestieri era tanto radicata che ieri, nonostante il cielo fosse già da un paio di ore di un color pece poco rassicurante, alle prime gocce di pioggia percepite dagli spettatori, lo stupore è stato il sentimento dominante, come se si trattasse di Tuareg a contatto con la neve: “Ma piove? No, no xè possibie!”.
Immediatamente lo sguardo di tutti è corso verso un’unica persona, quella che, investita del compito, come Alan Mills per oltre 23 anni Giudice arbitro del Torneo di Wimbledon, doveva decidere se e quando sospendere la tenzone. Verificata l’impossibilità di continuare a giocare, si è annunciato, tramite il volenteroso speaker, che l’inevitabile si era fatalmente avverato, costringendo il Comitato a varare quel piano B tenuto per 4 anni e mezzo nel cassetto.
Per un attimo il caos ha regnato sovrano, con tutti che si chiedevano cosa si dovesse fare adesso, come ci si dovesse comportare, addirittura chi avesse vinto la partita quando in realtà c’erano ancora più di 9 minuti sul cronometro.
Da parte nostra la disperazione era tanta, come la convinzione che nella gloriosa palestra Olivi, per il prosieguo dei match ci saremo trovati noi del Comitato, i giocatori e qualche parente strettissimo. La strada fino al “Teatro di Riserva” è stata una Via Crucis che ognuno ha percorso con il mezzo preferito e i suoi propri pensieri in testa. La preoccupazione di veder sprecata una giornata tanto importante per il Torneo era massima, così come la certezza che al coperto lo spettacolo non sarebbe stato all’altezza.
Arrivati al luogo preposto tutti ci siamo guardati attorno accorgendoci che anche il nostro abituale vicino di tribuna era giunto fin lì. “Pensavo de esser da soeo, invesse ti ghe xè anca ti!”.
Quello che è successo una volta varcato la soglia della palestra è indescrivibile, come il sentimento provato da chi in questo torneo fatica tanto e crede di più. La tribuna colma in ogni ordine di posto, la staccionata già esaurita di gomiti poggiati, qualcuno seduto per terra e tanti che ancora provano ad entrare. Il tifo caldo come e più del solito, le imprecazioni amplificate e le esultanze ancor più sottolineate. Il tutto nonostante il disagio. E il ritardo che si accumula e la prima partita che si protrae lunghissima e la seconda che termina quasi a mezzanotte. Ma sono ancora in tanti qui e tifano entusiasti.
Più tardi, a discutere con una birra in mano, ci si raccontava della serata commossi e stupiti ancora una volta dal vostro attaccamento. È questo tipo di entusiasmo che ci spinge ad andare avanti ogni anno, a provare sempre a migliorare. Sono serate come questa che ripagano del lavoro fatto. Ancora un grazie quindi. Da tutti noi. Da ieri i sestieri non hanno paura neanche della pioggia!

10 luglio 2009

4° GIORNATA


S.MARCO/MURANO – CANNAREGIO 76 – 71

S.MARCO/MURANO: Saoner, Roncali 12, Zardetto 10, Pinzan, Regalini 11, Fabrizi, Ferro O. 3, Ferro I., Seno 7, Quarisa 33.
All: F. Dorigo

CANNAREGIO: Caburlotto 3, Giacometti, Battistin, Scarpa 13, Zago 3, Frison F. 8, Frison G. 10, Fontanella 13, Tagliapietra 15, Zambon, Tomassetti 6.
All: D. Giangaspero

Arbitri: F. Scarpa, M. Peguri

Nel 476 d.C. il Re degli Eruli Odoacre, depose l’ultimo Cesare d’Occidente, Romolo Augusto, decretando ufficialmente la caduta di quello che per secoli era stato il regno più potente del Mondo conosciuto.
Il 12 Maggio 1797, in una seduta straordinaria del Maggior Consiglio, il Doge e i magistrati, a seguito delle minacce napoleoniche di entrare in città, deponevano le insegne decretando la fine della Repubblica Serenissima dopo quasi 1000 anni di storia.
Il 12 Febbraio del 1912 il giovane Pu Yi, sopraffatto dai durissimi danni inflitti al proprio popolo dalla Guerra dell’Oppio, abdica, scrivendo la parola fine all’Impero Celeste, a 2133 anni di distanza dall’incoronazione del 1° Augusto Imperatore di Qin, Qin Shihuangdi (221 a.c.).
Il 1° Luglio del 1520 Montecuhzoma Xocoyotzin, meglio conosciuto come Montezuna II, sovrano della città Atzeca di Tenochtitlan, rivolgendosi al suo popolo dal balcone del palazzo reale, invitò gli la gente a interrompere la rivolta contro l’invasore spagnolo, chiudendo di fatto la gloriosa storia azteca.
Il 9 Luglio 2009, nel Palazzo delle Smarrite Terre, fiaccata dalle stanchezza di potere e dai colpi del Giovane Gigante, crollava la gloriosa dinastia Cannaregiota dopo anni di dominio e controllo totale sul regno lagunare.


CASTELLO – DORSODURO 69 – 65

CASTELLO: Rauch 4, Franceschet 26, Marascalchi 9, Rosa 11, Silvestri 8, Vianello, Pacchiani 9, Gavagnin.
All: M. Marella

DORSODURO: Causin, Camin, Bonaldi 12, Farnea, Burigana 23, Valentini 4, Zavagno 16, Conz 5, Ardizzon 3, Marzollo 2, Maggiolo.
All: E. Greco

Arbitri: C. Tormen, Pani.

Lo spareggio andato in onda ieri in notturna (sirena finale auscultata verso le ore 23:52) è stata senza dubbio una delle migliori partite viste nei 5 anni del Torneo dei Sestieri. Certo, se si andasse nel tecnico forse le valutazioni cambierebbero un pò, e ci si accorgerebbe che il match è stato costellato di errori e azioni confuse, ma non stiamo parlando di quello. Parliamo invece di intensità, dell’incredibile fisicità messa sul terreno di gioco da entrambe le squadre, della lealtà fra i giocatori. Insomma, parliamo dello spirito che anima la manifestazione.
Costretto a rinunciare a molti titolari causa sparizioni improvvise e tumefazioni oculistiche, coach Marella ha dovuto arrangiarsi con i soldati rimasti. Marascalchi, reduce da notti insonni e giornate stressanti, ha suonato la carica fin dall’inizio, impostando il match su ritmo elevati. Poi, quando la partita viveva le sue fasi decisive, è arrivato un marziano. Fine delle trasmissioni e Castello in semifinale.
L’approccio dei suoi giocatori ha fatto infuriare non poco coach Greco. Poi però, come le formichine, i canarin sono tornati a macinare il proprio gioco, con Bonaldi a dispensare confetti avanzati e Burigana a saltellare qua e là. Purtroppo i troppo errori nelle fasi finali del match sono stati ancora una volta fatali a Zavagno e compagni.

09 luglio 2009

3° GIORNATA


SAN MARCO/MURANO – CASTELLO 45 – 52

SAN MARCO/MURANO: Saoner 1, Seno 1, Ferro O., Rincali 9, Stevanato 2, Pinzan, Quarisa 25, Zardetto 7, Ferro I., Fabrizi.
All: F. Dorigo

CASTELLO: Marascalchi 3, Gavagnin 4, Rauch 6, Silvestri 2, Vianello 12, Bettera 2, Rosa 7, Franceschet 8, Pacchiani 8, Rosso.
All: M. Marella

Arbitri: F. Pani, F. Scarpa

Qualcuno una volta, nel centro america di qualche anno fa, disse che “le battaglie non si perdono mai, le battaglie si vincono sempre!”. Si può ragionare a lungo sopra a questa frase, condividerla o meno, comprenderne il significato o non capirne il messaggio. A volte poi ci si trova di fronte a situazioni che ci fanno tornare in mente parole così importanti e danno un prezioso contributo ai pensieri che si possono formulare a riguardo. La sconfitta contro S.Croce di martedì e lo sforzo fisico e psicologico compiuto per stare in partita fino ai minuti finali, quanto ha influito sulla prestazione poco brillante offerta ieri dagli All Blacks? È valsa la pena spendere una così grande quantità di energie invano, per poi vederle ridotte al lumicino contro Castello? A voi la soluzione del dilemma.
Quasi irriconoscibile, la squadra del Presidente ha peccato di intensità e precisione. Coach Dorigo ha avuto solo un grande Quarisa e qualche sprazzo del solito Roncali. Troppo poco per vincere.
Rispetto alla 1° partita i miglioramenti di Castello sono evidenti. Spronata alla creatività da alcuni tifosi la squadra ha risposto, dimostrando che all’Arsenale c’è ancora voglia di lottare per i Sestieri.



DORSODURO – CANNAREGIO 68 – 73

DORSODURO: Burigana 23, Zavagno 19, Bonaldi 5, Conz 9, Valentini 5, Causin, Maggiolo 3, Camin 2, Marzollo 2, Farnea.
All: E. Greco

CANNAREGIO: Battistin 3, Frison F. 5, Frison G. 3, Tagliapietra 9, Fontanella 14, Caburlotto 8, Zago 3, Zambon 3, Scarpa 9, Skansi 15.
All: D. Giangaspero

Arbitri: C. Tormen, A. Mezzalira

Tutte le partite dei Sestieri sono uguali, ma certe partite sono più uguali di altre. Lido contro Cannaregio è stato il vero big match giocato fin’ora, uno scontro memorabile fra due grandi formazioni con talento e fisicità in abbondanza e un thrilling finale emozionantissimo. S.Croce/S. Polo contro San Marco/Murano la classica partita dai due volti, con l’underdog che va in vantaggio e la favorita che si lancia in una rimonta intensissima. Ma ieri dsi giocava Cannaregio-Dorsoduro. Brutta partita, tanti errori, imprecisione al tiro, difesa a zona molto conservativa, poca velocità, zero spettacolo, ma non si discute: è Dorsoduro contro Cannaregio! Non serve altro…
Dopo il brutto crollo di lunedì contro il Lido, tutti si attendevano che i ragazzi di coach Emilio avrebbero sofferto ancora di più contro una squadra talentuosa come Cannaregio. Ma si sa, da partite speciali si traggono energie speciali. La zona impostata dall’ellenico ha dato i suoi frutti. Burigana e Zavagno hanno fatto il resto permettendo ai canarin di stare in partita.
Il rischio era quello di sottovalutare una squadra apparsa in difficoltà. Puntualmente l’errore è stato fatto. L’involontaria disattenzione è stata infatti la causa principale della scarsa mira biancoverde nel 1° tempo. Poi ci hanno pensato Fontanella e il solito spietato ex Skansi a rimettere i valori al loro posto.

08 luglio 2009

LAVORI FORZATI




A grande richiesta, dopo il successo della scorsa edizione, torna la breve cronaca delle giornate lavorative invisibili, di tutto quello che sta dietro a ciò che vedete, per dare merito a tutti, per sottolineare alcune prestazioni, e per punzecchiare ironicamente gli amici apparsi più stanchi del dovuto.
Rispetto al 2008 la divisione dei compiti ha trasformato al giornata del sabato precedente all’inizio del Torneo in un allegra scampagnata, visto che la mole impressionante di cose da fare per essere pronti il Lunedì è stata abilmente suddivisa durante tutte le 5 giornate precedenti. A corollario delle pagelle va detto che l’atteggiamento di alcuni partecipanti è stato a dir poco influenzato dal timore del giudizio. Lo scorso anno, inconsapevoli di ciò che li aspettava, ognuno aveva tenuto un comportamento più naturale. Ma non vi preoccupate, abbiamo tenuto conto di tutto questo…

CHI PIÙ…

Giacometti:
Spiace ripetersi, ma la presenza dell’Ingegnere sembra imprescindibile qualora ci si appresta a disegnare linee, archi e mezzelune. Metro. Squadra e gesso alla mano, guida la truppa con leadership riconosciuta, ponendo rimedio ad errori che ad altri sembrano fatali. ESIZIALE!

Marascalchi: Le sculacciate della scorsa edizione si sono dimostrate salutari. Brillante e inappuntabile, svolge i compiti affidati con puntualità e tempestività. Nastro alla mano, si prodiga più di altri, consumando ginocchia che già hanno dato molto al basket. RIABILITATO!

Battistin: Arruolato alla bisogna, non si tira indietro, presentandosi liberato dai doveri univeristari. Offre giovani e forti braccia trasportanti bibite preziose e cervello e orecchie fine interpretando i segnali proferiti dall’oracolo Giacometti. GARANZIA!

CHI MENO…

Rauch: Inappuntabile per oltre un mese, durante il quale risolve e pianifica con teutonica precisione, crolla sul traguardo, fissando l’appuntamento del ritrovo alle ore 17, ma dimenticandosi che il Pattinodromo è occupato fino alle 19 dalle giovani pattinatrici: INCOMPLETO!

Ferro: Scottato dai giudizi dello scorso anno, cerca di ricostruirsi una reputazione presentandosi con un ritardo accettabile. L’abbigliamento modaiolo ne smaschera però le reali intenzioni, e i finti schizzi di gesso sparsi qua e là per il campo non possono modificarne il giudizio: RECIDIVO!

Pellegrinotti: Ogni aiuto è benvenuto e la buona volontà va sottolineata. Presentatosi al campo 3 ore prima della truppa, misura il campo tracciandone il contorno. A nastro steso verrà smascherato l’involontario boicottaggio, scoprendo i 5 metri aggiunti al già grande terreno di gioco: DANNOSO!

DESAPARECIDOS...

Grassetti: Un giro in barca il venerdì e ci vediamo Lunedì alle 20. Se la cava con poco, giustificando l’assenza con irrinunciabili e misteriosi festeggiamenti pomeridiani. I sospetti che si tratti di un ammutinamento ci sono. Se non fosse per il passato inappuntabile…RIMANDATO!

Silvestri: Una delle vittime dell’errore parigliano. Giunto puntale e colmo di buoni propositi, non resiste al posticipo di 2 ore e chiede il permesso di allontanarsi. Concesso, anche vista la disponibilità data per il lunedì pomeriggio, giorno degli ultimi ritocchi: RIVEDIBILE!

Motta: C’era, nel senso che era presente ai lavori, ma non c’era, nel senso che molti lavoratori non ne hanno captato le vibrazioni. Barcolla fra il baretto e il bordo campo, dettando i tempi alla Pirlo, senza però nessuno dei lampi di genio che caratterizzano l’Andrea nazionale da Brescia: IMPALPABILE!

2° GIORNATA


SAN MARCO/MURANO – S.CROCE/S.POLO 62 – 50

SAN MARCO/MURANO: Ferro O., Ferro I. 6, Rocalli 9, Saoner, Quarisa 13, Stevanato, Zardetto 6, Seno 8, Fabrizi, Pinzan 2, Regalini 6.
All: F. Dorigo

S.CROCE/S.POLO: Borsato 2, Barbato 13, Milan, Buroni 6, Vorano, Muner 8, Stevanato 3, Sartor 17, Stefani 13.
All: C. Andreutto

Arbitri: A. Mezzalira, M. Paguri

All’intervallo della prima partita di ieri sera, per colpa della nostra insistenza nel voler pronosticare il futuro prossimo, ci siamo ritrovati oggetto di scherno da parte di tutti quelli che preferiscono vestire i panni degli esperti a bocce ferme, condendo il tutto con eloquenti “Lo sapevo io!” e “Era scontato che…”. S. Marco/Murano, grazie ad una prestazione di solita intensità e di insolita disciplina (qualche merito andrà ascritto a che in panchina sedeva…), guidava il match per 10 lunghezze su una spiazzata S.Croce/S.Polo. il 2° tempo, fortunatamente, fungeva da nostro salvagente, ribaltando il risultato e permettendoci di continuare a pavoneggiarci.
Gli All Blacks stupiscono più che mai. Raggranellati da un proselitismo sospetto del Presidente, la squadra ha cattiveria, talento e centimetri per infastidire tutti. Se Sereni si presentasse giovedì…
S.Croce è la 1° semifinalista, e con pieno merito. Oltre ai consueti 2, che ormai non stupiscono più nessuno, ieri sera è comparso il 3° Big di Don King, quel Barbato che evidentemente nella 1° partita aveva preferito lasciare del fieno in cascina.



LIDO – CANNAREGIO 58 – 56

LIDO: Crosera 14, Forte, Zanchi 8, Rosada 3, Lazzari 5, De Gasperi, Seno, Cardani R. 9, Cardani A. 10, Giulietti, Costantini 10, Ragazzi 1.
All: A. Zanchi

CANNAREGIO: Caburlotto 7, Zago 4, Battistin 9, Fontanella 3, Frison F. 6, Frison G., Giacometti 2, Tagliapietra 9, Zambon 2, Tomassetti, Scarpa 14.

Arbitri: F. Pani, C. Tormen

Le previsioni del tempo per la serata di ieri non lasciavano sperare nulla di buono. Il big match era, secondo gli eredi di Bernacca, destinato a giocarsi nella palestra Olivi, sminuito da una cornice che di Torneo estivo ha ben poco. Per fortuna Giove Pluvio ha avuto pietà, lasciando però un salato conto da pagare sotto forma di una temperatura sconfortante. Lassù in alto, sulla piccionaia della tribuna del Pattinodromo, il freddo non lasciava scampo, soprattutto a chi si era vestito calendario alla mano. Nonostante ciò, nessuno ha abbandonato la sua posizione, e, attorno alle 23:30, quando Crosera, a fil di sirena, sanciva la vittoria Lido, i fedelissimi esultavano o imprecavano a seconda dei colori vestiti.
Con la sensazione di essere stati graziati dall’errore di chi solitamente l’istinto del killer ce l’ha (soprattutto ai Sestieri), Sao e i suoi sono i secondi semifinalisti. Solo la rimonta subita nel finale, fa sperare chi pensa di poter abbattere i giganti.
Cannaregio ha resistito quando le querce blu hanno tappato il canestro per lunghi minuti, soffrendo e restando in partita. La pioggia di triple negli ultimi minuti ha fatto sperare Mauro Tassotti…poi Crosera. E i rimpianti.

07 luglio 2009

1° GIORNATA


LIDO – DORSODURO 85 – 52

LIDO: Giulietti, Rosada 4, De Gaspari 16, Cardani A. 6, Seno 2, Ragazzi 4, Forte, Costantini 14, Crosera 23, Cardani R. 2, Zanchi 3, Lazzaeri 11.
All: A. Zanchi

DORSDURO: Burigana 14, Farnea, Zavagno 10, Valentini 6, Conz 2, Causin, Camin 8, Maggiolo 2, Ardizzon 2, Bonaldi 4, Marzollo 4.
All: E. Greco

Quanto male fa svegliarsi improvvisamente scoprendo che lo splendido sogno che stavate facendo è appunto solo una proiezione onirica anziché la realtà? Quanta frustrazione si può provare quando ci si illude di poter riuscire ad ottenere qualcosa di insperato per poi veder esplodere il tutto come una bolla di sapone? Se poi a riportarti con i piedi per terra è uno schiaffone tirato da gente vicina ai 200cm e ai 100Kg di peso, bhe, dire che fa male è poco.
Il Lido è apparso come si sapeva sarebbe apparso: squadra formidabile fisicamente, giovane, rapida, di talento e con una panchina profondissima. Il 1° tempo ha sofferto lievemente il ritmo di Dorsoduro, poi nel secondo ha imposto la legge del più forte. Considerare i blu fra i favoriti resta d’obbligo.
Coach Greco sapeva che quest’anno sarebbe stata più dura del 2008. I primi 20’ sono però stati incoraggianti, visto che chiudere a -2 e con qualche rimpianto poteva senz’altro essere considerato un ottimo risultato. Peccato che dopo l’intervallo sia arrivata improvvisa la marea… La strada però è ancora lunga!




S. CROCE/S. POLO – CASTELLO 75 – 60


S.CROCE/S.POLO: Borsato 1, Milan 8, Barbato, Buroni 5, Pistolato 1, Muner 2, Pilla 9, Stevanato 10, Sartor 21, Stefani 18.
All: C. Andreutto

CASTELLO: Marascalchi 6, Rauch 3, Marotta 3, Caruso, Bettera 6, Pacchiani 2, Rosso 7, Vianello 12, Silvestri 7, Franceschet 3, Rosa 9, Gavagnin 2.
All: M. Marella

Se si ha la scomoda abitudine di esibirsi nella nobile arte dei pronostici, prima o poi, si incorre nel errore che rischia di marchiare a fuoco una carriera ricca di soddisfazioni. Il vostro scriba, durante il 2° match di ieri sera, è incorso in una di queste sfortunate fatalità, vedendo cancellato ciò che credeva essere da ciò che in realtà è stato. Ci cospargiamo il capo di cenere perciò davanti ad un SX/San Polo di siffatta compattezza. La formazione di coach Andreutto è apparsa squadra solida e quadrata con un unico obiettivo in mente e con 2 comandanti a dirigere le operazioni sul campo. Se poi anche qualche soldato semplice si traveste da eroe di giornata, allora il viaggio può essere più lungo di come si pensasse.
Al contrario in Via Garibaldi si dovrà parlare e parecchio della prestazione di ieri. Che sotto le plance, contro Sartor e Stefani, non sarebbe stato semplice si sapeva, ma uno svuotamento generale di energie come quello di ieri non se l’aspettava nessuno. Il tempo per recuperare c’è, il materiale umano per farlo anche.