11 luglio 2009

5° GIORNATA


SAN MARCO/MURANO – S.CROCE/S.POLO 53 – 58

SAN MARCO/MURANO: Seno 6, Ferro O., Ferro I. 2, Stevanato 2, Fabrizi, Roncali 10, Reagalini 6, Pinzan 5, Saoner, Quarisa 11, Zardetto 11.
All: F. Dorigo

S.CROCE/S.POLO: Borsato, Pisolato, Barbato 9, Milan 5, Buroni, Pilla 6, Muner 4, Stevanato 8, Sartor 6, Stefani 20.
All: C. Andreutto

Arbitri: F. Pani, Paguri

Alla fine della storia poi, questi 12 rintocchi sono suonati e la favola del Sestiere di Vetro è andata in frantumi, come un bicchiere che alla fine del suo volo ha il triste impatto con un crudele pavimento. Eppure c’è mancato poco, solo un soffio. La finale è stata a portata di mano per quasi tutta la durata del match, poi, mentre si erano già avvistati alcuni operai intenti a compiere le prime misurazioni e lavorazioni in Piazza San Marco, dove il Presidente aveva promesso di portarci tutti per l’edizione 2010, la forza disumanamente cinica di questa S.Croce/S.Polo ha richiamato tutti all’ordine: sogno finito, e pronostico confermato.
Coach Dorigo, dopo l’impresa contro Cannaregio, ha l’ingrato compito di dover mantenere alta la tensione nervosa dei suoi, per evitare quel naturale rilassamento che colpisce dopo una vittoria così sorprendente. L’inizio fa temere il peggio, ma i Neri, tenuti vivi nei primi minuti da un brillantissimo Zardetto, reggono fino al termine. Quando però arriva il tempo di dover ragionare, lasciare l’istinto da parte e gestire i possessi con la giusta pazienza, gli errori di lettura si ripetono, condannando alla sconfitta dolorosa.
La vera forza di una squadra è direttamente proporzionale alla sua capacità di sopperire a giornate opache delle sue stelle. Dire che Sartor ieri sera ha giocato male è falso (si veda come è stato arginato il giovane ed eccelente Quarisa). Certamente però si può affermare che la prestazione è stata meno impressionante di altre. Coach Andreutto però, quest’anno, è riuscito a infondere ai suoi giocatori una convinzione nei propri mezzi talmente alta da permettergli di poter pensare di vincere anche senza il loro Totem. Un grandissimo Stefani e i soliti gregari, che ormai sembra ingiusto continuare a chiamare così, hanno spinto i grigi alla loro 1° finale.


LIDO – CASTELLO 65 – 62

LIDO: Giulietti 5, Rosada 3, De Gasperi 8, Cardani A. 2, Seno, Ragazzi, Forte 2, Costantini 8, Crosera 8, Cardani R. 9, Zanchi 18, Lazzari 2.
All: A. Zanchi

CASTELLO: Marascalchi 9, Rauch 4, Marotta 3, Caruso, Vianello 3, Pacchiani 8, Rosso, Silvestri 6, Franceschet 20, Rosa 4, Gavagnin 2.
All: M. Marella

ARBITRI: C. Tormen, A. Mezzalira

Era il Febbraio 1976 quando per l’etichetta Numero Uno, usciva Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera, 8° album del cantautore reatino. Il singolo che lanciò quello che si dimostrò essere l’album italiano più venduto del suo anno, fu la splendida Ancora Tu. Le parole del grande Mogol, ne siamo convinti, saranno passate nelle teste di molti giocatori e tifosi castellani, ripensando a quel 22 Luglio del 2006, quando una finale dei Sestieri già vinta fu strappata loro da una pioggia di triple consecutive del fratello del coach. L’intensità delle precipitazioni nel 2009 sono leggermente diminuite, ma il fratello, diventato nel frattempo coach lui stesso, qualche chiodo nella bara arsenalotta ha voluto impiantarlo anche ieri.
La ruggine accumulata nei due giorni di riposo, si è fatta vedere e come nei primi minuti di partita. I ragazzi di Sao, mai più spocchioso e sicuro di sé come ieri sera, faticavano a trovare il ritmo contro una formazione che invece sembrava poter viaggiare d’inerzia dopo le fatiche dei giorni precedenti. Crosera stranamente impreciso, Costantini ben arginato, Lazzari falloso… I problemi sembravano essere più di uno e la finale annunciata stava rischiando di svanire. Poi, all’improvviso, dimenticato a “soli” 7 metri dal canestro, il killer colpiva la sua vittima preferita.
Il trend poisitvo dei ragazzi di coach Marella, partiti lunedì scorso cme peggio non si poteva, sembrava non doversi concludere mai. Ogni giorno più intensi, ogni giorno più rodati, i rossi, presentatisi sfavoritissimi contro i padroni di casa, ad un certo punto erano quasi padroni, se non del match, della sua inerzia. Trascinati da un Franceschet finalmente ottimo anche versione Open, sono arrivati ad un passo. Poi…ancora tu, ma non dovevamo vederci più?

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